25 Maggio 2022

Pubblicato il 25 Maggio 2022

La #CuriositàdelMartedì: “Top-Down o Bottom-up?”


In ambito finanziario, in base agli obiettivi prefissati, esistono molte strategie di investimento però spesso ci capita di leggere che dei gestori adottano un approccio “#TopDown” oppure “#BottomUp”; ma cosa significa?


Top-Down

L’approccio top-down si muove letteralmente dall’ #alto verso il #basso. Significa che il gestore parte da considerazioni di carattere ampio, per esempio quale peso attribuire alle diverse aree geografiche oppure quali sono i settori meglio posizionati, per arrivare solo in ultima analisi a individuare i singoli titoli azionari.

Il gestore guarda dunque alle condizioni economiche #generali per cercare di capire quali aree o settori potrebbero andare meglio nei mesi a venire.


Di norma (a titolo di esempio) il gestore che adotta una strategia top-down tiene in considerazione nella propria analisi i seguenti fattori:



Bottom-Up

L’approccio bottom-up, dal #basso verso l’ #alto, funziona esattamente al contrario: consiste infatti nella selezione di singoli titoli o mercati di per sé particolarmente “promettenti”, tralasciando le condizioni economiche e settoriali più generali.


Quando si adotta questa strategia la composizione del portafoglio risulta quindi dalla somma di tanti diversi “mattoncini” (si può anche parlare di diversificazione del portafoglio).

In pratica, in questo caso si vanno a scegliere i singoli titoli a prescindere dal contesto generale.


Il ragionamento alla base della strategia bottom-up è che una specifica società possa ottenere risultati brillanti anche se il settore di cui fa parte non sta attraversando un momento particolarmente fortunato.


Si opera un’analisi #fondamentale della società, a titolo di esempio:



Che si adotti una strategia top-down o bottom-up, l’obiettivo resta sempre lo stesso: cercare di ottenere dall’investimento il miglior #rendimento potenziale, con una dose di #rischio accettabile. Non è detto che una strategia escluda l’altra.


Non è raro anzi che gestori e investitori ricorrano a modelli “#misti”, inserendo in una cornice top-down valutazioni e tecniche bottom-up, per avere una visione d’insieme senza trascurare le dinamiche del singolo titolo o mercato.